
Stenio Solinas ha magnificamente raccontato Joseph Conrad, un genio atipico nel panorama letterario inglese.
Joseph Conrad (nato Józef Teodor Konrad Korzeniowski) è una figura straordinaria, spesso percepita come estranea al tipico canone letterario inglese, nonostante abbia scritto in inglese e ottenuto la cittadinanza britannica. Le ragioni di questa percezione risiedono nel suo background culturale non inglese, nel suo scontro con le aspettative del pubblico e della critica britannica e nella sua profonda differenza tematica e stilistica.
Conrad era un nobile polacco, orfano e marinaio ancor prima di diventare scrittore. La sua educazione fu profondamente radicata nel patriottismo polacco e nella cultura dell’Europa occidentale, in particolare francese e italiana, non in quella inglese. Imparò a parlare inglese fluentemente solo verso i 20 anni, e il suo accento era così marcato che spesso gli inglesi faticavano a comprenderlo. La sua decisione di imbarcarsi sulla flotta mercantile britannica e diventare cittadino inglese fu principalmente una scelta dettata dalla necessità di evitare 25 anni di servizio militare obbligatorio nella Russia zarista, non un’adesione culturale volontaria.
Al suo esordio, il pubblico e la critica inglese tentarono di ghettizzarlo nel solco del tradizionale romanzo d’avventura esotico, vedendolo come un possibile epigono di Kipling e un cantore del fardello dell’uomo bianco. Tuttavia, Conrad modificava continuamente stile, protagonisti e narrazione, elementi giudicati assolutamente estranei ed esterni a quel genere. Questo, insieme alla sua complessità stilistica, contribuì allo scarso successo commerciale dei suoi libri in Inghilterra per molti anni, costringendolo a lottare per ottenere riconoscimenti e anticipi.
Una delle differenze più profonde riguardava i temi centrali delle sue opere. Per Conrad, il concetto fondamentale era un profondo senso dell’onore, inteso come un codice comportamentale… un qualcosa di insito, interno, che non è dato dalle istituzioni. Questo era molto distante dall’ideale inglese del Gentleman, colui che “gioca secondo le regole” e incarna il fairplay. Nella mentalità inglese dell’epoca, legata all’ideologia dell’Impero, chi falliva o mostrava vigliaccheria (come Lord Jim) doveva semplicemente “farsi da parte”. Il lettore e il critico inglese dell’epoca confondevano l’onore con il fairplay, che sono due cose completamente differenti.
Anche la sua visione dell’Imperialismo era in netto contrasto con l’ideologia inglese della “missione civilizzatrice” e del fardello dell’uomo bianco. Conrad era antimoderno e reazionario, non credeva nel progresso indefinito o nella superiorità occidentale. Vedeva l’imperialismo classico come una misera cosa, senza un’idea forte, e presagiva il passaggio a un imperialismo economico e incontrollabile. Opere come Cuore di tenebra erano percepite come assolutamente scandalose in questa logica. Egli si concentrava sulle miserie e gli eroismi degli individui, non sull’umanità in generale o sulle istituzioni imperiali.
Infine, il suo stile, complesso, ricco e lussureggiante, era molto diverso dalla narrativa inglese dell’epoca, e la critica anglosassone faticò a cogliere il senso profondo delle sue opere, concentrandosi sull’esteriorità. Al contrario, la critica italiana e francese mostrò una maggiore “corrispondenza intellettuale”, comprendendo più agevolmente i suoi temi.